Devi sapere che anche io, dopo la laurea magistrale in Scienze della Nutrizione obbligatoria per cominciare ad esercitare questa professione, ho iniziato il tirocinio, collaborando con chi era già nel settore da qualche anno.
Mi ci sono volute solo poche settimane per capire che le metodologie adottate dai miei ex-colleghi nutrizionisti “classici”, semplicemente non funzionavano.
Nei miei primi 90 giorni da tirocinante, infatti, fui sommerso da decine e decine di pazienti che lamentavano di aver ripreso con gli interessi tutti i chili persi nei mesi precedenti.
Magari non è il tuo caso, ma sono sicuro che questo scenario ti suona abbastanza familiare…
Vedi, qui in Italia, a differenza di quei paesi del mondo sviluppati in materia di nutrizione (e in particolar modo nutrizione vegana…), la stragrande maggioranza delle persone per prima cosa va a parlare col medico di base (ahimé di norma tuttora ancorati a retaggi vecchi e mai aggiornati…) che spesso ti indirizza ad un dietologo o nutrizionista.
Da un lato devi sapere che i dietologi possono prescrivere ricette mediche…
Di conseguenza, per deformazione professionale, molto spesso sono indotti a scriverne per sottoporti a esami approssimativi o peggio dispendiosi integratori totalmente inutili e farmaci estremamente dannosi per tenere sotto controllo la fame.
Anche in quelle occasioni in cui sarebbe molto meglio evitare, ad esempio in soggetti che hanno disfunzioni della tiroide o problemi intestinali di vario tipo sottoponendoti poi ad una dieta ultra-rigida, senza possibilità d’appello.
Dall’altro, come successo per l’intera durata del mio tirocinio, il nutrizionista “classico” dopo il rilevamento dei canonici parametri oggettivi età, peso e altezza, ti stampa una dieta precompilata per mezzo di un software (MetaDieta) che fa un calcolo (magari anche corretto) basato sui parametri metabolici medi della popolazione senza tener conto dei parametri soggettivi del paziente: gusti, stile di vita, livello di stress, problemi di salute, preferenze individuali e mindset.
Tutte metodologie fortemente sconsigliate dai migliori coach nutrizionali al mondo. Questo accade perché il percorso di laurea si focalizza per il 90% sullo studio dei parametri metabolici e sulle diagnosi basate su dati presi su larga scala e non sull’unicità di ogni singolo paziente.
Quindi, molte figure che operano nel mondo della nutrizione sono rimaste a 50 anni fa e adottano metodologie (potenzialmente dannose…) ormai completamente in disuso nei paesi del mondo più all’avanguardia.
Sto parlando proprio di dispendiosi integratori totalmente inutili, farmaci estremamente dannosi per eliminare il senso di fame e diete ultra-rigide o precompilate sulla base di soli parametri oggettivi.
(Si chiamano oggettivi perché sono quella tipologia di parametri in cui le esigenze soggettive e personali del paziente non vengono prese in considerazione.)
Che vanno ancora purtroppo per la maggiore in Italia anche al giorno d’oggi.
E infatti sono state proprio queste le metodologie che ho adottato nei primi 3 mesi di tirocinio.
Infatti, ho iniziato a rendermi conto che non esisteva nessun criterio soggettivo basato sulla persona per la stesura delle diete.
Tutti i professionisti con cui ho collaborato in quel breve periodo infatti avevano (e hanno tuttora purtroppo…) la convinzione che dovessero essere i pazienti ad adattarsi alla dieta senza mai costruire un piano alimentare cucito su misura sulle esigenze personali del paziente
Ho visto pazienti con preferenze di gusti, stile di vita e livelli di stress diametralmente opposti a cui veniva prescritta la stessa identica dieta.