Oggi parliamo di dieta vegana e sostenibilità. La dieta vegana sta diventando infatti sempre più popolare non solo per motivi etici, ma anche per i benefici ambientali che essa può apportare. L’allevamento intensivo di animali per la produzione alimentare è una delle principali fonti di emissioni di gas serra e di deforestazione, di uso eccessivo di acqua e di degradazione del suolo.
Possiamo analizzare questi punti usando il carbon footprint, il water footprint e il soil footprint, che sono tutti modi per misurare l’impatto ambientale delle attività umane, inclusa la produzione alimentare.
Dieta vegana e sostenibilità: il carbon footprint
Il carbon footprint misura le emissioni di gas serra generate dalle attività umane, come la produzione di energia, il trasporto e l’agricoltura. La produzione di carne e latticini è una delle principali fonti di emissioni di gas serra, poiché richiede grandi quantità di energia per l’allevamento degli animali e la produzione di mangimi. Inoltre, le emissioni di metano e diossido di azoto generate dagli animali da allevamento contribuiscono ulteriormente alle emissioni di gas serra.
D’altra parte, anche se con valori nettamente inferiori, anche l’alimentazione vegana può contribuire al carbon footprint. Questo è il caso in cui gli alimenti necessitino di grandi spostamenti, ad esempio da un paese all’altro. O ancora, l’impatto sulla biodiversità può essere devastante quando si sfruttano terreni per la monocultura, ossia la produzione di grandi quantità di alimenti vegetali su un terreno di vaste dimensioni.
Questo ci porta a capire che, nonostante l’impatto sia minore, è importante seguire una dieta vegana consapevole. Ad esempio, si possono ridurre le emissioni di gas serra acquistando prodotti a km 0 e riducendo al minimo i rifiuti alimentari.
Dieta vegana e sostenibilità: il water footprint
Il water footprint misura l’uso d’acqua delle attività umane. L’allevamento intensivo di animali richiede grandi quantità d’acqua per l’irrigazione dei campi di mangime, per l’abbeveraggio degli animali e per la pulizia degli impianti. Ad esempio, la produzione di 1 chilo di carne di manzo richiede circa 15.000 litri d’acqua, mentre 1 kg di grano ne richiede solo 1000.
Anche in questo caso, va considerato che anche la dieta vegana ha un suo impatto sull’impronta idrica, anche se molto inferiore. Infatti, coltivazioni come riso e avocado richiedono enormi quantità d’acqua, senza contare quella necessaria per i lunghi trasferimenti e la refrigerazione.
Per questo motivo è importante basare la propria dieta vegetale su prodotti stagionali, provenienti da coltivazioni locali.
Dieta vegana e sostenibilità: il soil footprint
Il soil footprint misura l’impatto delle attività umane sulla qualità del suolo. L’allevamento intensivo di animali può causare degradazione del suolo a causa dell’erosione, dell’aumento del contenuto di sali e dell’inquinamento delle acque sotterranee. Inoltre, l’espansione degli allevamenti per la produzione alimentare intensiva causa la deforestazione e la perdita di habitat per le specie selvatiche, con conseguente perdita di biodiversità e degradazione del suolo.
Tuttavia, la coltivazione intensiva di alcuni alimenti vegetali, come la soia, il mais e l’olio di palma, può comportare l’utilizzo di fertilizzanti e pesticidi che possono influire sulla salute del suolo. Inoltre, la monocoltura di questi alimenti può impoverire la biodiversità del suolo, aumentando il rischio di erosione del suolo e compromettendo la capacità del suolo di sostenere la crescita di piante diverse
Anche in questo caso è quindi importante essere consapevoli e ridurre a minimo il proprio impatto ambientale.
Dieta vegana e impatto ambientale: conclusioni
La dieta vegana, dal momento che non include alimenti di origine animale, può aiutare a ridurre l’impatto ambientale della produzione alimentare. Inoltre, la scelta di prodotti alimentari locali e a km 0, e di stagione, può ridurre ulteriormente l’impatto ambientale legato alla produzione e al trasporto degli alimenti.
Ormai è risaputo che una dieta vegana ben pianificata può fornire tutti i nutrienti di cui il corpo ha bisogno per rimanere in salute, ed è stato dimostrato che può anche aiutare a ridurre il rischio di malattie croniche come il diabete e l’ipertensione.
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